Il monte Pellecchia si trova all'interno del Parco Regionale dei monti Lucretili
istituito con L.R. del 26 giugno 1989 e si estende su una superficie di 18.000
ettari che include ben sette comuni. Dobbiamo alla tenacia di molti volonterosi
ed associazioni ambientaliste se questa area è stata sottratta alla cosiddetta
valorizzazione degli anni 70/80 di cui però rimangono numerose tracce degli
scempi inferti.
Il paesaggio è tipicamente preappenninico con un clima fresco e ventilato nelle
zone più interne, mentre nel versante occidentale viene temperato dalla vicinanza
del mare; ciò ha concorso alla formazione di microclimi consentendo la crescita
di numerose specie vegetali, va detto che l'attività antropica nel corso dei
millenni ha contribuito notevolmente a modificare l'area protetta. La zona basale nel
versante ovest sud-ovest è dominata prevalentemente dalla macchia mediterranea:
lentisco, fillirea, mirto ed estesi lecceti; hanno trovato un buon adattamento anche
alcune specie di origine balcanica come ad es.: l'albero di Giuda e lo storace, i
fiori bianchi di quest'ultimo sono stati assunti a logo del Parco.
Salendo di quota troviamo: fitte faggete, l'acero di monte, il castagno, l'orniello,
il cerro ecc.. infine, nei mesi di maggio e giugno si possono osservare le splendide
fioriture di circa 40 e più specie di orchidee.
La fauna del parco è molto varia i mammiferi sono presenti con: la volpe, il
tasso, la martora, la lepre, lo scoiattolo, il cinghiale, cavalli allo stato brado,
il gatto selvatico (raro) ed è stata rilevata in modo indiretto la presenza
sporadica del lupo; i rapaci sono presenti con: la poiana, lo sparviero, il falco
pellegrino, il gheppio, il nibbio reale (raro), e una coppia di aquila reale che
nidifica nei versanti più scoscesi del monte Pellecchia è una delle
6/9 coppie nidificanti nel Lazio; tra i rapaci notturni troviamo: il gufo, il
barbagianni,la civetta e l'allocco.
Sono numerosi gli anfibi tra cui la salamandrina dagli occhiali ed infine i rettili
come: la tartaruga, il biacco, il saettone, il cervone e la vipera comune.
Orvinio, ultimo paese che si incontra prima di iniziare l'escursione è un
antico borgo di origine medioevale infatti si possono ancora scorgere tratti della
cinta muraria e delle torri di difesa. Fu fondato probabilmente nel XII secolo dai
Monaci Benedettini, divenne feudo degli Orsini nel 1558, in seguito fu venduto alla
famiglia Muti che a sua volta lo rivendette ai Borghese (1.632).
Anticamente il paese si chiamava Canemorto la cui origine è incerta, nel 1.864
gli fu dato l'attuale nome in quanto si suppone che sorga sulle rovine dell'antica
Orvinium.
L'itinerario
Dal centro del paese si prende la strada di collegamento con Scandriglia dopo circa
7 km si prende uno stradello sulla sinistra, si perviene poco dopo ad un'area di pic
nic da qui si prende un sentiero poi carrareccia contrassegnati con segni rossi (sulla
carta n° 12) che si segue fino in prossimità del Colle Serrone a questo punto
si lascia la strada bianca e si prende il sentiero a sinistra che sale verso ovest e
che ben presto entra nel fitto bosco e in un ora circa porta in vetta. Dalla cima il
panorama spazia sulla campagna romana fino alla costa tirrenica al Soratte al Terminillo
ai Simbruini al Cervia-Navegna al Velino.
NOTE: Escursione E, Dislivello m. 600, Durata h. 5.00-5.30
A presto sui sentieri della natura,
Livio
Trekking Italia - Sede di Roma